Il tachimetro è uno strumento di misurazione impiegato per rilevare la velocità istantanea dei mezzi terrestri. E’ obbligatorio, per legge, su tutti i veicoli a motore che superano una velocità massima di 25 km/h.
Il tachimetro può essere meccanico, elettronico o magnetico. I punti di rilevamento della velocità istantanea sono posti sulla ruota (più diffuso) o sul pignone di trasmissione finale (impiegato solo su alcune moto).
Il tachimetro dell’auto segna di più?
Sì, e non solo quello dell’auto, anche il tachimetro di scooter e moto segna un valore più alto della velocità effettiva. Il tachimetro dell’auto segna un valore maggiore perché così prescritto nel 1993 dalla legge sui veicoli a motore. A seguito di tale provvedimento legislativo, i costruttori hanno sfruttato la situazione per produrre tachimetri poco precisi (non regolari nella segnalazione della velocità istantanea perché restituiscono un valore maggiorato) con un errore di segnalazione non progressivo così da non dover studiare una scala adatta e specifica.
Di conseguenza, è possibile capire la velocità reale della vettura solo approssimativamente facendo un calcolo o decrementando in qualche modo il valore osservando sul tachimetro dell’auto, ma non è facile riuscire ad applicare un modello matematico in quanto i costruttori aumentano il valore restituito dal tachimetro seguendo dei modelli che possono differire anche di molto dagli standard proposti con la legge.
Il tachimetro dell’auto, quindi, non è preciso ne affidabile per chi cerca un valore effettivo e assoluto ed è davvero difficile parlare di taratura anche se le prove di precisione imposte dalla legge sono tre e vengono eseguite a velocità di 40 – 80 e 120 km/h. La velocità rilevata da un tachimetro potrebbe essere leggermente influenzata anche dalla temperatura esterna, a prescindere dalla taratura eseguita.
Di quando sono sovrastimati i valori segnati dal tachimetro?
Vediamo che il tachimetro in dotazione su moto e auto non è preciso ma la sua imprecisione è per eccesso, mai per difetto, infatti le autorità europee hanno prescritto che la velocità indicata sul tachimetro non deve mai essere inferiore alla velocità effettiva, vale a dire che non deve essere possibile inavvertitamente superare i limiti di velocità a causa di un’errata lettura del tachimetro.
Per agevolare il rispetto dei limiti di velocità, la velocità indicata sul tachimetro è sovrastimata. Sì, ma di quanto? E’ difficile dirlo con precisione anche se le autorità hanno imposto un tetto massimo.
La velocità indicata sul contachilometri (tachimetro) non deve essere mai superiore al 110% + 4km/h della velocità effettiva, in altre parole, la velocità indicata dal tachimetro è maggiorata di un massimo di un 10% rispetto alla velocità effettiva + una velocità pari a 4 km/h.
Un esempio pratico: se la velocità effettiva è 80 km/h, la velocità indicata dal tachimetro non deve superare i 92 km/h.
–> 10% di 80 km/h = 8 + 4 km/h previsti dalla legge sui veicoli a motore = 92 km/h.
Per i mezzi a due ruote, la sovrastima massima è calcolata addizionando il 10% della velocità effettiva + 8 km/h.
Tachimetro vs GPS e autovelox
Per la sovrastima e i margini di tolleranza di autovelox e tutor, è possibile evitare di essere pizzicati in contravvenzione anche andando a una velocità di circa 10 km/h più elevata rispetto al limite indicato.
Per quanto riguarda la misurazione della velocità presa dal GPS, il valore restituito rispetto a quello del tachimetro dell’auto è sicuramente più accurato e vicino alla realtà. L’unico limite dell’impiego del GPS come tachimetro sta nelle tempistiche. Il GPS è nato per la tracciabilità della posizione ed è capace di indicare la velocità effettiva (non è soggetto alle leggi burocratiche come il tachimetro) ma richiede un minimo di spostamento pertanto il risultato non è immediato ed è lento nell’aggiornamento quando si effettuano dei cambi di velocità.