Pick-up omologato autovettura: cosa significa e come si fa

Pick-up con omologazione M1 parcheggiato in centro città, circolazione libera senza limiti ZTL

Negli ultimi anni, sempre più automobilisti e professionisti si interrogano su una questione tanto tecnica quanto pratica: che cosa significa avere un pick-up omologato come autovettura?

La risposta non è banale, perché coinvolge una serie di implicazioni legali, fiscali e funzionali che cambiano radicalmente in base alla classificazione del veicolo.

In Italia, molti pick-up vengono immatricolati come veicoli commerciali (categoria N1) per ragioni di convenienza fiscale, ma questa scelta comporta anche delle limitazioni: dai limiti di velocità alla possibilità di accesso alle ZTL, fino al numero di passeggeri trasportabili.

Di contro, l’omologazione come autovettura (categoria M1) apre a un uso più libero e “familiare” del mezzo, ma con costi e vincoli diversi.

In questo articolo vedremo cosa comporta l’omologazione di un pick-up come autovettura, quali sono le normative di riferimento, come si effettua la procedura e in quali casi conviene davvero fare questa scelta. Una guida completa per orientarsi tra regole, vantaggi, svantaggi e opportunità offerte da questa soluzione.

Cos’è un pick-up omologato autovettura: significato e differenze

Quando si parla di pick-up, la maggior parte delle persone immagina un veicolo robusto, versatile e destinato principalmente al lavoro.

Tuttavia, non tutti i pick-up sono classificati allo stesso modo: in Italia è possibile immatricolarli come veicoli commerciali (N1) o come autovetture (M1).

La differenza tra le due omologazioni non è solo formale: impatta direttamente su modalità d’uso, limiti di legge, costi assicurativi e accessibilità urbana.

Un pick-up omologato come autovettura può essere utilizzato liberamente per scopi privati, senza le restrizioni previste per i veicoli commerciali.

Ma attenzione: questa configurazione può comportare anche maggiori costi di gestione e diverse condizioni assicurative.

In questa sezione analizziamo cosa cambia davvero tra le due categorie e se, per l’utente medio, conviene davvero scegliere la strada dell’omologazione M1.

Omologazione N1 vs M1: cosa cambia davvero

La prima grande distinzione riguarda la categoria di immatricolazione. Un pick-up N1 è considerato un veicolo commerciale leggero, destinato principalmente al trasporto di merci. Questo implica che il veicolo è soggetto a:

Limiti di velocità inferiori: ad esempio, 80 km/h in extraurbano e 100 km/h in autostrada;
Restrizioni nei centri urbani: accesso vietato o limitato alle ZTL in molte città;
Controlli tecnici più frequenti, come revisioni anticipate.

Dall’altro lato, un pick-up omologato come M1 è equiparato a una normale autovettura, senza limitazioni di accesso o velocità.

Può trasportare persone e oggetti come qualsiasi altro SUV o station wagon, a condizione che rispetti i requisiti tecnici previsti per la categoria.

Un altro aspetto importante riguarda la paratia divisoria: nei pick-up N1, è spesso obbligatoria per separare l’abitacolo dal vano di carico, mentre negli M1 può essere rimossa.

Anche il numero di posti a sedere varia: nei M1 possono essere omologati fino a 5 passeggeri, mentre nei N1 spesso ci si ferma a due o tre.

In sostanza, l’omologazione N1 è pensata per il lavoro, quella M1 per l’uso quotidiano e personale. Ma non sempre la seconda è la più conveniente, soprattutto se si tiene conto del regime fiscale, dei costi assicurativi e delle reali necessità dell’utilizzatore.

Vantaggi e svantaggi dell’omologazione autovettura

Uno dei principali vantaggi dell’omologare un pick-up come M1 è la libertà di utilizzo: nessuna limitazione nei giorni di blocco del traffico, accesso più agevole ai centri storici e possibilità di trasportare famiglia o amici senza vincoli.

Anche per chi viaggia spesso fuori città o in autostrada, l’assenza di limiti di velocità specifici è un grande plus.

Dal punto di vista assicurativo, però, le autovetture M1 possono risultare più costose. Le compagnie spesso applicano premi più elevati rispetto ai veicoli commerciali, poiché vengono utilizzate in contesti più variabili e con percorrenze medie maggiori.

Lo stesso vale per il bollo auto, calcolato su potenza e classe ambientale, senza agevolazioni come per gli N1.

Altro punto critico è la deducibilità fiscale: i veicoli M1 non permettono di recuperare IVA e costi d’esercizio, tranne in rari casi aziendali. Un pick-up N1, invece, può essere integralmente dedotto se intestato a partita IVA o impresa, diventando così molto più conveniente per liberi professionisti e aziende.

Va poi considerato che non tutti i pick-up sono omologabili come M1: servono modifiche tecniche e certificazioni specifiche, e in alcuni casi la trasformazione non è nemmeno consentita dal costruttore. È quindi importante informarsi prima dell’acquisto, soprattutto se l’intenzione è quella di usare il veicolo come un’auto “normale”.

In sintesi, l’omologazione autovettura ha senso solo se il veicolo viene usato principalmente per scopi privati, in città o per viaggi, e se si è pronti ad accettare un costo di gestione potenzialmente più alto. Per un utilizzo prettamente lavorativo, invece, la classificazione N1 rimane la scelta più razionale.

Normativa italiana e omologazione dei pick-up: il quadro aggiornato

L’omologazione di un pick-up come autovettura è regolata da una serie di norme nazionali ed europee che definiscono i requisiti tecnici, burocratici e funzionali del veicolo.

Con l’evoluzione del mercato e l’aumento della domanda di pick-up per uso privato, anche il legislatore ha aggiornato i riferimenti normativi per rendere più chiaro il confine tra veicolo commerciale e autovettura.

Nel 2025, il quadro normativo italiano recepisce integralmente le direttive europee in materia di classificazione, omologazione e circolazione dei veicoli, ma introduce anche vincoli specifici per chi intende convertire un pick-up N1 in M1.

In questa sezione analizziamo la base legale su cui si fonda l’omologazione e quali sono i riferimenti più rilevanti da conoscere.

Le leggi che regolano i pick-up in Italia

In Italia, la normativa di riferimento per l’omologazione e la circolazione dei veicoli è il Codice della Strada (D.Lgs. 285/1992) e il relativo Regolamento di esecuzione (D.P.R. 495/1992).

All’interno di questi testi, la distinzione tra veicoli di categoria N1 (trasporto merci) e M1 (trasporto persone) è ben definita e costituisce la base per qualsiasi valutazione di tipo tecnico e amministrativo.

Un pick-up immatricolato come N1 è soggetto a limiti specifici:

– revisione ogni anno a partire dal quarto anno;
– velocità massima ridotta rispetto alle autovetture;
– accesso limitato alle ZTL (salvo deroghe locali);
– uso prioritario per attività lavorative, con controlli più stringenti su trasporti e carichi.

L’omologazione come M1, invece, comporta:

– libertà di circolazione anche in aree urbane a traffico limitato;
– assenza di vincoli di carico o destinazione d’uso;
– revisione biennale dopo i primi 4 anni;
– obbligo di rispettare le dotazioni di sicurezza proprie delle autovetture, come cinture posteriori e airbag.

Per essere registrato come M1, il pick-up deve essere configurato e omologato in fabbrica o attraverso un processo di riconversione approvato dalla Motorizzazione Civile, che richiede controlli approfonditi e conformità a tutti i requisiti richiesti.

Va sottolineato che non tutte le versioni di pick-up sono omologabili come M1, anche se tecnicamente compatibili. La classificazione dipende anche da come il veicolo è stato importato, venduto e registrato nel sistema europeo e nazionale. Il consiglio è sempre quello di verificare con il costruttore o il rivenditore ufficiale prima dell’acquisto.

Le direttive europee sull’omologazione M1 per veicoli N1

La normativa nazionale si integra con una serie di direttive europee che definiscono le condizioni per l’omologazione dei veicoli in tutto il territorio dell’Unione.

Il principale riferimento normativo è la Direttiva 2007/46/CE, che istituisce un quadro armonizzato per l’omologazione dei veicoli a motore e dei loro componenti.

Questa direttiva è stata abrogata e sostituita dal Regolamento (UE) 2018/858, in vigore a pieno regime dal 1° settembre 2020. Questo regolamento stabilisce le procedure per l’omologazione di veicoli nuovi e la riconversione di veicoli esistenti da una categoria all’altra.

In particolare, viene ribadito che qualsiasi modifica strutturale che cambi la destinazione d’uso del veicolo (da trasporto merci a persone) deve essere approvata tramite collaudo tecnico.

Nel caso specifico dei pick-up, il regolamento europeo impone che:

– il veicolo sia dotato di tutti i dispositivi di sicurezza previsti per la categoria M1;
– il costruttore fornisca una dichiarazione di conformità (COC) che consenta il cambio di categoria;
– la trasformazione non alteri le prestazioni fondamentali del veicolo (peso, dimensioni, emissioni).

Queste norme hanno un impatto diretto anche sui veicoli importati da Paesi extra-UE, che devono essere riprocessati secondo gli standard europei prima di poter essere registrati come M1. In assenza di un COC valido, l’omologazione potrebbe essere negata.

Le direttive europee sono pensate per armonizzare le regole nei vari Stati membri, ma ogni Paese conserva una certa autonomia nell’applicazione, motivo per cui è essenziale affidarsi a tecnici specializzati o alla Motorizzazione locale per capire se il proprio pick-up può essere riconvertito.

Come ottenere l’omologazione di un pick-up come autovettura

Famiglia a bordo di un pick-up omologato M1 su strada di campagna, uso privato e comfort

L’omologazione di un pick-up come autovettura non è automatica, né sempre possibile. Si tratta di una procedura tecnica e amministrativa complessa, regolata da normative precise e soggetta all’approvazione della Motorizzazione Civile.

In questa sezione analizziamo cosa serve per ottenere la trasformazione da N1 a M1, quali sono le modifiche obbligatorie e la documentazione necessaria per avviare il processo.

Requisiti tecnici e modifiche necessarie

Per ottenere l’omologazione di un pick-up come autovettura (categoria M1), il veicolo deve essere conforme a una serie di requisiti tecnici, stabiliti dalla normativa nazionale ed europea.

Questi requisiti riguardano principalmente la sicurezza, la configurazione interna e il peso del mezzo.

Uno degli interventi più comuni riguarda la rimozione della paratia divisoria tra l’abitacolo e il vano di carico, obbligatoria per i veicoli N1 e vietata in quelli M1.

Inoltre, il pick-up deve essere dotato di cinture di sicurezza posteriori, sedili omologati per il trasporto passeggeri e, in alcuni casi, airbag laterali e posteriori. Se queste dotazioni non sono previste dal modello base, sarà necessario effettuare modifiche strutturali.

Altro elemento fondamentale è il numero di posti a sedere: nei veicoli M1 devono essere chiaramente specificati, con omologazione per ogni sedile. La configurazione più diffusa è 5 posti (2 anteriori e 3 posteriori), ma ogni modifica va certificata tramite scheda tecnica aggiornata.

Il peso del veicolo rappresenta un ulteriore vincolo: la massa complessiva a pieno carico deve rientrare nei limiti stabiliti per la categoria M1.

Alcuni pick-up progettati per il trasporto merci, con carichi pesanti, possono superare tali soglie e risultare non idonei all’omologazione come autovettura.

Infine, anche le dimensioni del veicolo (larghezza, altezza, lunghezza) devono essere compatibili con quelle previste per un mezzo destinato al trasporto persone. In caso di modifiche alla carrozzeria o al pianale, sarà necessario un collaudo specifico presso un centro autorizzato.

Documentazione da presentare alla Motorizzazione

Una volta verificate e apportate tutte le modifiche tecniche richieste, l’intestatario del veicolo dovrà avviare la procedura di omologazione presso la Motorizzazione Civile, presentando una serie di documenti ufficiali.

Tra questi, i principali sono:

Domanda di aggiornamento della carta di circolazione (modulo TT2119);
Certificato di conformità (COC) o dichiarazione del costruttore che attesti l’idoneità del veicolo alla categoria M1;
Relazione tecnica di un’officina autorizzata, che certifichi le modifiche effettuate e la loro conformità alla normativa;
Scheda tecnica aggiornata, con descrizione dettagliata dei nuovi allestimenti e dotazioni di sicurezza;
Fotografie del veicolo, da allegare alla pratica per documentare l’effettiva trasformazione;
Copia del libretto e dei documenti d’identità del proprietario.

In alcuni casi, soprattutto per veicoli già circolanti, la Motorizzazione può richiedere anche una verifica ispettiva presso un centro collaudi, dove saranno effettuati controlli su freni, emissioni, struttura e dispositivi di sicurezza.

Una volta completata la procedura, verrà rilasciato un nuovo libretto di circolazione aggiornato, con la dicitura “autovettura M1” e i relativi dati tecnici corretti. Da quel momento, il veicolo potrà circolare come qualsiasi altra auto, con piena libertà d’uso.

È importante sottolineare che la procedura non è gratuita: tra diritti di motorizzazione, spese tecniche e costi di officina, il costo complessivo può variare tra 500 e oltre 1.000 euro, a seconda dei casi.

Tuttavia, per chi intende utilizzare il pick-up anche per la vita privata o in ambito urbano, questo investimento può ripagarsi nel tempo grazie a minori vincoli e maggiore libertà d’impiego.

Quando conviene omologare un pick-up come autovettura

L’omologazione di un pick-up come autovettura non è una scelta universale, ma una valutazione strategica che dipende da diversi fattori: utilizzo del veicolo, contesto urbano o extraurbano, esigenze fiscali e anche stile di guida.

In questa sezione analizziamo i profili per cui conviene realmente passare alla categoria M1, e quelli per cui può invece essere più logico restare con omologazione N1.

Pick-up uso privato: vantaggi nei contesti urbani

Per chi utilizza il pick-up prevalentemente per fini privati o misti (tempo libero, trasporto familiare, viaggi), l’omologazione come autovettura offre benefici immediati, soprattutto nei centri urbani.

Uno dei vantaggi più concreti è la libertà di accesso alle ZTL, oggi precluse alla maggior parte dei veicoli commerciali. In molte città italiane, i pick-up N1 non possono entrare nei centri storici, salvo specifiche deroghe per lavoro o consegne.

L’omologazione M1 consente inoltre di viaggiare senza limiti di velocità dedicati ai veicoli commerciali, un vantaggio importante per chi percorre autostrade o superstrade e vuole sfruttare le prestazioni del mezzo.

Non va dimenticato anche il comfort: molti pick-up M1 sono allestiti con sedili posteriori completi, climatizzatore a doppia zona, infotainment evoluto e dotazioni paragonabili a SUV di fascia alta.

L’uso privato comporta anche minori esigenze di carico, rendendo inutile la classificazione come veicolo commerciale. In questi casi, l’omologazione autovettura libera il mezzo da vincoli tecnici, come la presenza della paratia divisoria o l’obbligo di trasportare merci.

Infine, la scelta di un pick-up M1 è spesso legata anche a motivi estetici e di status: in contesti extraurbani o turistici, un veicolo potente, spazioso e versatile, utilizzabile in ogni situazione e senza limitazioni, può diventare un’alternativa reale a un SUV tradizionale, con il valore aggiunto di un cassone sempre utile.

Costi di gestione e imposte: confronto tra N1 e M1

Se da un lato l’omologazione M1 offre maggiore libertà, dall’altro comporta costi di gestione spesso più elevati, che vanno valutati con attenzione.

Partiamo dal bollo auto: per le autovetture M1, è calcolato in base ai kW di potenza e classe ambientale, senza riduzioni.

I veicoli N1, invece, godono in alcune Regioni di agevolazioni o tariffe fisse ridotte, soprattutto se intestati ad aziende o partite IVA.

Anche l’assicurazione può incidere: per i veicoli M1, le compagnie calcolano i premi sulla base di profilo di rischio privato (chilometraggio, sinistrosità, zona di residenza).

In molti casi, la RCA per un pick-up M1 può essere superiore anche del 20–30% rispetto a un equivalente N1, che rientra nella categoria veicoli da lavoro e può usufruire di formule dedicate.

Sul piano fiscale, la distinzione è netta: le spese per un pick-up N1 intestato a un’azienda sono interamente deducibili, inclusa l’IVA.

Per glii M1, invece, la detrazione è limitata o assente, salvo casi specifici di uso promiscuo autorizzato dall’Agenzia delle Entrate. Questo può fare una grande differenza nel bilancio operativo di una ditta o di un libero professionista.

Altro aspetto riguarda la manutenzione: i veicoli M1 spesso richiedono controlli e revisioni più orientati al comfort e all’elettronica di bordo, mentre gli N1 sono generalmente progettati per la robustezza e l’efficienza operativa. Le differenze non sono enormi, ma in caso di guasti possono emergere.

In conclusione, omologare un pick-up come autovettura conviene solo se si utilizza prevalentemente per esigenze personali o famigliari, si vive o lavora in città con ZTL e si accetta un costo di gestione leggermente più alto.

Per chi invece punta su deduzioni fiscali, uso professionale o trasporti specifici, la classificazione N1 resta più vantaggiosa.

Pick-up omologato autovettura: modelli disponibili e alternative

Per chi è interessato a un pick-up omologato come autovettura, esistono due possibilità concrete: acquistare un modello già omologato M1 dalla casa madre oppure procedere con la riconversione di un veicolo N1 già in proprio possesso.

In entrambi i casi, è importante conoscere quali modelli sul mercato sono già disponibili in versione M1, e se l’omologazione successiva è effettivamente praticabile.

Con la crescente richiesta di pick-up per uso privato e misto, alcune case automobilistiche offrono versioni specifiche già omologate come autovetture, evitando all’utente trafile burocratiche e collaudi successivi.

In questa sezione vedremo quali sono i modelli disponibili in Italia e le possibilità di trasformare pick-up già acquistati o immatricolati come commerciali.

I pick-up M1 venduti in Italia: le principali opzioni 2025

Il mercato italiano, seppur meno ampio rispetto a quello nordamericano, offre diversi modelli di pick-up omologati direttamente come autovetture M1.

Si tratta generalmente di versioni full-optional, pensate per chi cerca prestazioni, versatilità e comfort, senza dover affrontare restrizioni legate alla classificazione commerciale.

Tra i più diffusi troviamo:

Ford Ranger Double Cab: spesso disponibile già in versione M1, soprattutto nelle varianti Wildtrak e Raptor.
Toyota Hilux Invincible: uno dei modelli più affidabili e versatili, venduto in versioni compatibili con omologazione M1.
Volkswagen Amarok: venduto anche con omologazione autovettura, soprattutto nelle versioni top di gamma.
Isuzu D-Max: disponibile in versione a doppia cabina, talvolta venduto già M1.
Jeep Gladiator: pick-up di fascia alta omologabile come M1, pur mantenendo anima off-road.

Questi veicoli, se acquistati da nuovo presso concessionari ufficiali, vengono consegnati con omologazione M1 già riportata sul libretto, evitando quindi le complessità della riconversione.

Attenzione però: in alcuni casi, a parità di modello, la categoria varia in base all’allestimento o all’importatore. È quindi fondamentale verificare la categoria riportata sul certificato di conformità (COC) prima della firma del contratto.

Molte concessionarie offrono anche formule di noleggio a lungo termine con pick-up M1, dedicate a privati, famiglie o professionisti con esigenze miste. È un’opzione da valutare se si cerca un mezzo versatile senza impegni a lungo termine.

Posso trasformare un pick-up già acquistato?

La riconversione di un pick-up da N1 a M1 è tecnicamente possibile, ma non sempre realizzabile in pratica.

Il primo ostacolo riguarda il modello stesso: non tutti i veicoli commerciali sono progettati con dotazioni compatibili con l’omologazione autovettura.

Per avviare la trasformazione servono:
dotazioni di sicurezza aggiuntive (es. cinture posteriori, airbag);
– l’assenza di paratia divisoria tra cabina e cassone;
– una massa complessiva compatibile con i limiti M1;
– la certificazione tecnica del costruttore o di un ente riconosciuto.

Il punto critico è proprio questo: senza una dichiarazione ufficiale di idoneità alla categoria M1, la Motorizzazione non potrà accettare la trasformazione.

Alcuni modelli, come versioni da lavoro con pianale allungato o allestimenti tecnici particolari, non sono riconvertibili.

Anche in presenza di tutti i requisiti, la procedura comporta costi non indifferenti: oltre a eventuali modifiche strutturali, sono da considerare spese per collaudi, aggiornamento della carta di circolazione, oneri amministrativi e tempi tecnici. In media, si parla di 600–1.200 euro, con tempistiche che possono variare da 2 a 8 settimane.

Infine, è bene sapere che una volta omologato come autovettura, non è più possibile ritrasformare il veicolo in N1, se non in casi straordinari autorizzati dalla Motorizzazione. Quindi, la scelta è definitiva: chi decide di passare a M1 lo fa per esigenze concrete e durature.

In sintesi, per chi possiede un pick-up commerciale e desidera trasformarlo in autovettura, è necessario valutare attentamente fattibilità, costi e vantaggi. In alternativa, orientarsi su un modello già M1 può essere la soluzione più rapida, sicura e vantaggiosa nel medio-lungo periodo.

Scegliere la giusta omologazione: una decisione che incide sul futuro del tuo pick-up

Omologare un pick-up come autovettura non è solo una questione tecnica, ma una scelta strategica che influisce sull’utilizzo quotidiano del veicolo, sui costi di gestione e sulla libertà di movimento.

Come abbiamo visto, la classificazione M1 permette un uso più flessibile e familiare del mezzo, ideale per chi vive in città o ha necessità di trasportare persone più che merci.

D’altro canto, la categoria N1 mantiene forti vantaggi fiscali e assicurativi, oltre a essere più adatta a chi utilizza il veicolo per finalità lavorative. La riconversione, pur essendo possibile, richiede tempo, investimenti e compatibilità tecnica.

Se stai acquistando un pick-up nuovo, valuta attentamente quale uso intendi farne nel medio-lungo termine.

Se invece hai già un veicolo immatricolato N1 e ti stai chiedendo se convertirlo, il consiglio è quello di rivolgerti a un tecnico specializzato o direttamente alla Motorizzazione, per verificare la fattibilità del processo in base al tuo modello specifico.

In ogni caso, la consapevolezza normativa e la corretta valutazione economica ti permetteranno di evitare errori costosi e scegliere il pick-up che davvero risponde alle tue esigenze, sia su strada che nella vita di tutti i giorni.